
Fisso i colori dei fiori sulle tende. Sono ospite all’hotel Gardenia di Forlì, non troppo distante dal Palazzo Comunale. Solo, in attesa – ormai di nulla, in una stanza confortevole nella sua semplicità. Il personale è gentile, come tutta Forlì. Poco o nulla da fare, non ho voglia neppure di una partita di scacchi online. Troppo spesso – ultimamente – i miei viaggi sono diventati incontri inconcludenti. Ora non voglio pensarci. Mi rimane solo da aspettare le 10.19 di domani, così dice il biglietto del ritorno.
Certo, potrei anticipare. Ma più della spesa a scoraggiarmi è la stanchezza dell’organizzazione. Biglietti da restituire, orari da modificare, camera da disdire. Magari è tutto facile ma mi vince la stanchezza del pensiero di doverlo fare. Un campanello suona nella mia testa, quando è il pensiero di fare le cose e non il fare le cose a stancarci è allarme vero. Ma neanche a questo voglio pensare.
Resto in camera tutto il pomeriggio e dopo aver sentito Iole mi coglie la nostalgia di te. Lo so. Talvolta ti evito. Mi appari soffocante, stringente. Premi. Ti infili fra le mie cose. Incalzi. Discretamente trovo rifugio – scantono fra una stanza e l’altra. Spero mamma Iole abbia la forza di occuparsi di te. Cerco d’avere del tempo per me. Ma poi quando accade – invece – la tua vocina che chiama, che chiede, che domanda mi manca. La tua mano che cerca la mia, che batte sulla porta dello studiolo o del bagno. Allora ti cerco fra le foto del tablet. Come ora.
Ne trovo sempre qualcuna che mi racconta cose o rimanda a ricordi che forse neppure sono esatti. Sfuggenti, ma pieni di sensazioni piacevoli. Preziosi, inattesi. E poi ce ne sono altre di cui mi sembra davvero di non sapere niente. Come accade ora, con questa foto. Forse per l’esplosione di colori che porta con sé, pur se in un clima invernale.
Quando è stata scattata? Da chi? Dove? E io c’ero? Chi ha fatto i ritocchi?, messo la cornice: Matilda? Tutto mi rimane sfuggente. Però è bella, tu sei bello e io mi limito a perdermi fra i tuoi colori. Tanti, troppi. Come i colori con cui dipingiamo la nostra vita. Sai che molti dei miei colori scaturiscono anche da te? da quel che fai?
Ultimamente poi ce sono diversi che vengono su dal disagio di chi ha perso confidenza, da anni, con una vita che prima gli appariva più semplice. Colori a tinte forti. Ho anche i colori di chi non riconosce più i compagni dei tempi della scuola ma non ha curiosità di scoprire le loro vite su facebook. Non so dirti che colori sono, ma ci sono.
Ecco, non dobbiamo spaventarci di afferrare questi nuovi colori, Francesco. Anche se si tratta di colori a cui non avevamo pensato mai. In questo nostro viaggiare la tavolozza continuamente si mescola e tocca a noi dare al pasticcetto una forma, una spiegazione. Una parvenza di senso. È facile che ne esca una espressione mai usata prima. Inattesa. Basta appena che ti sposti un poco, cambi l’intensità e ecco che appare qualcosa di nuovo, che non si sposa più col vecchio.
Tutto questo agita. Disorienta, mi viene da dire «commuove». Può arrivare un rosso violento a turbare il sonno sereno di una mamma. Allora occorre una pausa – anche lunga – per trovare la giusta relazione con quel che è accaduto e riscoprire che è solo – per quanto drammatico e irreale – parte della “meraviglia dei colori possibili del mondo”.
Poi arriva l’autunno che – per quanto atteso – ti stordisce con un marrone deciso e si è annuncia con un temporale, il cielo si copre di grigio, ma non temere… non vedi come già le valli si preparano a mostrare, in tutto il loro splendore, i colori dei boschi che le rivestono? Niente è come sembra, Francesco. La nebbia che copriva ogni cosa si dilegua. Sparisce l’incerto. E i colori cambiano ancora. Non c’è mai solo pioggia. E ancora. È voluto. Ecco, il segreto è di non aver paura.
Niente è facile, ma tutto alla fine trova un proprio colore, la propria espressione e in una qualche maniera un disegno capace di senso. Tutto, Francesco. Me lo sto appuntando perché un giorno – penso – sarà importante fare in modo che io te lo possa dire. Ma poi mi fermo è la cosa più scema da fare in quest’inutile pomeriggio. Sì, sono veramente un idiota. Spiegare a te, i colori del mondo?
Ma non sei tu che hai messo l’arcobaleno nella mia vita?
Il libro “ti seguirofuori dall acqua”e’stato bellissimo lo commentai su facebook gia’da tempo.e’molto scorrevole comprensibile ed ‘un li libro “Vero”l ho acquistai perche’mi colpi’il titolo del libro e devo dire che ho potuto solo provare “qualcosa” di come all improvviso e inaspettato possa arrivare ecambiare tutta una vita.
Complimenti davvero. altre pubblicazioni sono a me gradite.