Il linguaggio è fondamentale perché influenza la nostra visione della realtà. Le parole sono importanti per informare correttamente e definire le cose in modo appropriato.
In certi casi, come per la sindrome di Down, definizioni approssimative ed espressioni maldestre possono risultare offensive per le persone con la sindrome di Down e i loro familiari, e rischiano di perpetuare alcuni pregiudizi.
Le linee guida sul lessico corretto da utilizzare per la sindrome di Down sono pubblicate sul sito dell’AIPD – Associazione Italiana Persone Down, in uno schema intuitivo a cui vi rimandiamo per una lettura più approfondita.
Vediamo insieme i punti fondamentali.
Se partiamo dal presupposto che la sindrome di Down è una condizione genetica che caratterizza la persona per tutta la vita (47 cromosomi invece di 46, con tre copie del cromosoma 21, da cui nasce la definizione “trisomia 21” attribuita alla sD) il nostro ragionamento sarà più semplice.
La sindrome di Down non è una malattia, concetto completamente diverso che implica in sé, tra l’altro, una possibile evoluzione verso la guarigione. La sindrome di Down è una condizione stabile della persona, una diversità (attenzione a non incasellarla come anormalità). È quindi scorretto definire una persona affetta da sD o malata di sD.
La persona che ha la sD, di conseguenza, non è ritardata né handicappata ma ha una disabilità intellettiva.
È errato chiamarla sinteticamente “persona Down”, espressione che la identifica totalmente con la sua condizione. Le persone con sindrome di Down sono prima di tutto donne, uomini o bambini con una propria personalità, interessi, talenti e punti deboli. La sD è una condizione che le caratterizza ma non le annulla nella loro specificità.
Da abolire senza riserve il termine “mongoloide”, che ha assunto nel tempo una connotazione dispregiativa, e che in origine intendeva denotare la presunta somiglianza dei tratti somatici di chi ha la sD con quelli della popolazione mongola, con cui non ha nessuna relazione.
Ricordiamo: l’espressione più corretta e neutra che possiamo utilizzare è “persona con la sindrome di Down” o “persona che ha la sindrome di Down”.